Il sogno di Oreste Ristori

Oreste Ristori. Vita avventurosa di un anarchico tra Toscana e Sudamerica

“Anarchico esaltato, di pessimo carattere, contra­rio al lavoro, capace di qualsiasi azione criminale” queste le parole con le quali è schedato dalle autorità di polizia Oreste Ristori giovane anarchico sanminatese, “un anarchico incorreggibile” come lo definisce l’autore.

oresteristoriOreste Ristori. Vita avventurosa di un anarchico tra Toscana e Sudamerica è il 46esimo numero della collezione “Cultura storica” della BFS Edizioni, casa editrice della Biblioteca Franco Serantini di Pisa, traduzione dell’opera pubblicata in Brasile nel 2002 da Carlo Romani, docente di storia contemporanea all’Università Federale della Stato di Rio de Janeiro.

Ad appena vent’anni, in Lunigiana, dopo i moti del 1894, Ristori conosce il “domicilio coatto” ed entra in contatto con i principali rappresentanti del movimento anarchico e socialista. Inizia quindi, l’avventurosa e straordinaria vita di Oreste Ristori, tra arresti, partecipazioni a rivolte organizzate o estemporanee, travestimenti ed evasioni spettacolari. Quando non è sottoposto alle privazioni del carcere è tuttavia oggetto di vigilanza permanente. Siamo di fronte ad un instancabile militante e divulgatore delle idee libertarie, molto attivo (nei suoi primi anni di militanza) lungo la costa toscana tra Piombino e La Spezia; capace di portare la sua parola anche sulla stampa socialista quando il 15 gennaio 1899 l’Avanti pubblica il suo articolo “Che cos’è il domicilio coatto” nel quale Ristori riporta la propria esperienza e denuncia gli abusi del sistema.

Con la fine dell’ottocento il movimento anarchico cresce e si succedono varie rivolte per il caropane un po’ in tutta Italia. Insieme al movimento cresce anche la voglia di Ristori di portare il proprio contributo oltre i confini italiani, ma la sua figura ormai conosciuta è braccata dai servizi di polizia internazionale e quindi oggetto di continui arresti, rimpatri, nuovi periodi di domicilio coatto ed evasioni, per poi rituffarsi completamente, nella sua veste di ribelle di professione, nella militanza e nell’organizzazione di nuovi gruppi anarchici. Oreste, seguendo il pensiero di Malatesta, interpreta l’anarchia come un organismo composto da cellule il cui principio di coesione sarebbe la solidarietà.

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Ed è proprio mosso da questo bisogno di essere solidale con i più deboli che all’inizio del 1901 Ristori inizia a maturare l’idea di conoscere il nuovo mondo e quindi Argentina, Urugay e di nuovo Argentina, dove nuovamente arrestato e deportato dà vita ad una rocambolesca evasione gettandosi in mare e nuotando per circa 400 metri sotto i colpi delle armi da fuoco della polizia, finché non viene soccorso da una barca di amici anarchici e portato in un luogo sicuro. La fama di Ristori cresce man mano che la sua vita diventa sempre più avventurosa, fino a diventare il simbolo delle idee libertarie in tutto il Sudamerica.

Da uomo di poveri origini e quasi senza istruzione Ristori va in Brasile dove fonda un giornale che in breve diventa il più importante periodico anarchico brasiliano E, per dirla con le parole dell’autore, Ristori diventa “il maggiore agitatore mai esistito sul territorio brasiliano” tanto da poterlo considerare rappresentativo del prototipo del rivoluzionario anarchico.

Braccato, ricercato, catturato, evaso, di nuovo catturato ma il carattere ribelle dell’anarchico sanminiatese non si piega.

Gli anni passano e troviamo Ristori nella Spagna Repubblicana per combattere e collaborare con le forze antifasciste libertarie. Nel 1940, e Ristori è in Italia e qui viene sottoposto al domicilio coatto ad Empoli sotto costante vigilanza. Nuovamente arrestato è rinchiuso nel carcere delle Murate a Firenze, e all’alba del 2 dicembre 1943 – per rappresaglia a seguito di un’azione partigiana – viene prelevato dalla milizia fascista, insieme ad altri quattro compagni e fucilato al campo di tiro delle Cascine.

Si dice che Ristori sia morto fumando la sua pipa e cantando l’Internazionale.

La speranza in un mondo migliore libero e egualitario sono i sentimenti che muovono i “vecchi” libertari come Ristori ma che sono anche la fonte d’ispirazione dei nuovi attivisti di strada del XXI secolo“. Quindi un messaggio ancora attuale? Perchè suggerire questa lettura? Affinchè queste biografie non restino solo storie e ricerche, ma diventino esempi e speranza. In fondo il grado di libertà di un uomo – come insegna Alda Merini – non si misura dall’intensità dei suoi sogni?

Massimiliano Bacchiet

Oreste Ristori è stato sepolto nel cimitero comunale di Empoli e la lapide posta sulla sua tomba ricorda il suo sacrificio. Per trasmettere la memoria di Oreste Ristori la città di Empoli gli ha intitolato una piazza, mentre nel comune di Vinci, è la casa del popolo di Spicchio a portare il suo nome.

Lapide tomba

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