Sguardi paralleli. Ballocco e Morellet in mostra alla Fondazione Ragghianti

L’arte come studio sul meccanismo della visione.

LUCCA – È stata inaugurata il 23 marzo “Sguardi paralleli”,  la nuova mostra dedicata ai due artisti contemporanei Mario Ballocco e François Morellet.
L’esposizione sarà visitabile alla Fondazione Ragghianti fino al 26 giugno 2016 con ingresso gratuito e nasce dalla collaborazione con l’Archivio Mario Ballocco di Milano, lo Studio Morellet di Cholet, la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e il Patrocinio della Città di Lucca.

L’aspetto più dirompente dell’iniziativa è la volontà di incontrare lo spettatore sul piano della visione, in quanto, secondo i due protagonisti, l’arte non deve più  essere considerata come solo espressione, ma come un mezzo in grado di delineare un percorso strettamente legato alla percezione visiva.
Gli spazi espositivi ospiteranno, per circa tre mesi, una settantina di opere, tra cui alcune inedite, oltre a documenti, fotografie, riviste e cataloghi d’epoca e video, tutte testimonianze dell’esperienza professionale dei due artisti dal 1945, anno di ritorno dal comune viaggio in Sud America, agli anni ’80.
Le opere sono disposte in ordine cronologico, mantenendo un dialogo tra i  lavori dei due maestri a sottolineare il parallelo evolversi dei reciproci stili.

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F. Morellet, Ripartizione aleatoria di 40.000 quadrati, fonte: fondazioneragghianti.it

Proprio come due rette parallele, le vicende artistiche dei due maestri sono state destinate a scorrere vicine, senza mai toccarsi. I due, che non si conobbero mai, hanno offerto lo spunto per allestire una mostra su tendenze pionieristiche  molto simili, nonostante le carriere individuali si siano sempre mantenute indipendenti. È sorprendente, infatti, notare come tra i due siano rintracciabili delle corrispondenze, nonostante i lessici artistici rimangano innovativi e singolari.

Ballocco in Italia e Morellet in Francia, hanno gettato le basi di una nuova linea artistica in anticipo di qualche anno sull’arte cinetica e l’optical art di cui possono essere considerati gli anticipatori.

L’innovativa corrente, figlia dei due protagonisti contemporanei,  si distingue per l’attenzione alla percezione visiva e al movimento e, di conseguenza, per un efficace metodo di rappresentazione formale e cromatica che si rivolge con grande interesse anche al design.
Un collegamento utile a capire la tendenza all’astrattismo dei due artisti – di Ballocco in particolare – è la presenza in mostra di opere di Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi e Ettore Colla, tutti e quattro esponenti del Gruppo Origine. Il 1950, anno cruciale per l’esperienza artistica di Ballocco, è un termine temporale di massima importanza anche per Morellet, fissando il passaggio  dall’informale ad un’arte fatta di geometrie e riferimenti visivi precisi e regolari. È dal 1952 che l’idea di servirsi di forme modulari e schematiche diventa prassi: Ballocco comincia ad utilizzare serie di rettangoli mentre Morellet preferisce forme quadrate e triangolari. Appare chiaro che ciò che desta maggior entusiasmo nei due personaggi è lo studio del colore e della forma e, in particolare, l’impatto che queste hanno sulla percezione ottica. La loro arte è astratta ma diversa da quella delle avanguardie precedenti, poiché non vuole indagare il processo emozionale dello spettatore né tanto meno coinvolgerlo emotivamente, ma si basa principalmente su un’indagine percettiva e su come l’occhio reagisce alla vista di tali canoni compositivi.
L’obiettivo della ricerca dei due artisti è il progressivo abbandono dell’arbitrarietà e della sfera sensibile, poiché la pittura deve diventare scienza e conoscenza.

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M.Ballocco, Reticolo geometrico bleu, nero e bianco, 1954, fonte: fondazioneragghianti.it

Richiami dello stile di uno nell’altro, quali la somiglianza nell’utilizzo di trame e reticoli, sono evidenti e frequenti almeno fino agli anni ’60, quando Morellet, entrato a fare parte del Group de Recherche d’Art Visuel – conosciuto anche come Grav – inizia a sperimentate nuovi linguaggi artistici servendosi del multimediale e di mezzi inaspettati quali il neon. Per sottolineare tale aspetto rinnovatore in mostra sono presenti alcuni neon degli anni Settanta, estremamente fragili, prestati in esclusiva per l’esposizione.  È adesso che protagonisti della doppia personale sembrano salutarsi: mentre il francese si dimostra incline a rivoluzionare il lessico espressivo della propria arte, l’Italiano Ballocco si dimostra più interessato all’aspetto teorico della sua pittura, affascinato dalle questioni di natura cromatica, e al design.
Dopo un periodo di lontananza, alla fine degli anni Settanta i percorsi paralleli dei due artisti sembrano incrociarsi di nuovo per la comune volontà di abbandonare il colore in favore di una pittura bitonale, fatta solo di bianco e nero: è questa la fase con cui la mostra si chiude.

L’esposizione si snoda secondo una sorta di andamento circolare che aiuta a ripercorrere la vicenda artistica dei due protagonisti: dall’iniziale fase di studio e di ricerca, passando per un lessico formale che risente di altre avanguardie. La scelta finale porta a prediligere il bianco e nero poiché ritenuti i colori più utili ad indagare il meccanismo fondamentale della visione.
Ciò che connota la carriera di Ballocco e Morellet è la voglia di conferire all’arte un carattere scientifico, poiché la pittura viene concepita come pretesto per indagare la visione dal punto di vista neurofisiologico. I due artisti non sono mossi dal desiderio di trasmettere allo spettatore un’illusione ottica ma la pura realtà visiva.
Il catalogo, organizzato dal curatore della mostra Paolo Bolpagni ed edito da Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’Arte, contiene schede scientifiche dei singoli pezzi esposti, un saggio del filosofo Massimo Donà, un testo tradotto da uno scritto originale di Morellet del 1971, apparati biografici e bibliografici.

M.Ballocco,fonte: fondazioneragghianti.it

M.Ballocco, Attività bipolare, 1964, fonte: fondazioneragghianti.it

Info:
Fondazione Centro Studi Ragghianti
Complesso Monumentale di San Michelleto, via San Micheletto 3.
24 marzo-26 giugno 2016
La mostra è aperta dal martedì alla domenica, con orario 10-13 e 15-19.
Lunedì chiuso salto aperture straordinarie come lunedì 28 marzo e lunedì 25 aprile.
Ingresso gratuito, con possibilità di prenotazione di gruppi per visite guidate.
Dal 3 aprile coloro che sono in possesso del biglietto del Lucca Film Festival-Europa Film Festival potranno godere di uno sconto del 25% per l’acquisto del catalogo Sguardi Paralleli Balloco Morellet. Inoltre, presentando la contromarca della mostra presso la biglietteria del Lucca Film Festival-Europa Film Festival si può avere una riduzione del prezzo per alcune iniziative della manifestazione.

Per ulteriori informazioni:
www.fondazioneragghianti.it
info@fondazioneragghianti.it
tel: 0583/467205
fax: 0583/490325

Cristina Gaglione

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