La Scuola di Italiano

 Dall’associazione Chiodofisso un progetto di utilità sociale

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In questo numero di TuttoMondo ho deciso di dedicare spazio e dare voce ad un progetto di grande utilità sociale che spero e credo meriti di essere conosciuto e diffuso.

Un gruppo di giovani ragazze, nello spirito del più totale volontariato, sono al lavoro oramai da due anni per insegnare l’italiano agli stranieri che vivono nel nostro paese.

Si tratta di un progetto importante: la lingua è il modo che abbiamo per essere nel mondo, per farci sentire e comprendere, e credo che ognuno di noi, italiano o straniero che sia, abbia il diritto di parlare e di avere le parole per farlo.

Biancamaria Majorana

received_10204794069192769

received_10204794069672781La Scuola di Italiano nasce due anni fa grazie a un gruppo di ragazze intenzionate a offrire un corso di lingua agli immigrati residenti nei piccoli paesi della Valdera.

Per chi vive nei centri minori le opportunità di frequentare un corso di questo genere sono infatti limitate o inesistenti. La scuola, nata all’interno dell’associazione Chiodofisso e inizialmente situata al centro culturale Baobab di Perignano, ha avuto come primi studenti un gruppo di giovani rifugiati politici africani, scacciati dalla Libia dove si trovavano per lavoro e ospitati dal comune del paese.

Ben presto però a loro si aggiungono uomini e donne di varie nazionalità, residenti da tempo nella zona, dimostrando in tal modo come questa scuola sia oggi la risposta a una necessità sentita da più persone.

Nonostante i rapporti di amicizia fra insegnanti e studenti siano solidi e duraturi, la scuola attraversa periodi di scarsa affluenza e nell’autunno 2013 rimane chiusa per alcuni mesi.

Come ogni corso destinato a immigrati si trova infatti a confrontarsi spesso con situazioni precarie e persone in movimento alla ricerca di stabilità. Da qui la decisione di spostare la scuola a Ponsacco, centro più numeroso e raggiungibile dalle zone circostanti, in un’aula messa a disposizione dal comune.

Nella nuova sede, aperta da Marzo a Giugno di quest’anno, gli studenti sono affluiti sempre più numerosi: oltre a chi fedelmente si spostava da Perignano sono arrivati uomini, ma soprattutto donne, provenienti da Ghana, Marocco, Tunisia e Turchia.

Avere una componente femminile così numerosa è stata una grande soddisfazione, poiché era quella più difficile da raggiungere e coinvolgere in progetti culturali e misti.

Se gli uomini imparano almeno un po’ d’italiano per motivi di lavoro, e hanno poi l’occasione di praticarlo interagendo con la popolazione, le donne, viceversa, restano spesso confinate nell’ambito familiare, in cui l’uso della lingua si rivela meno indispensabile e proprio per questo trascurato.

Lo si è visto nella reazione di chi ha frequentato il corso e si è dimostrata due volte più determinata a imparare.

Mentre la scuola di Ponsacco si allargava, svolgendo contemporaneamente due corsi per chi aveva un livello abbastanza buono e per chi invece doveva prima di tutto essere alfabetizzato, un gruppo di giovani ragazzi provenienti dal Mali ha permesso di riavviare anche la scuola di Perignano, duplicando così l’offerta di insegnamento sul territorio.

Una nuova collaborazione con l’associazione Arturo, da anni impegnata nella zona in questo settore, ha dato inoltre agli studenti la possibilità di sostenere a luglio l’esame necessario al rinnovo del permesso di soggiorno.

E’ difficile descrivere ciò che avviene nel cuore quando si vede l’aula riempirsi di persone che trovano il tempo di partecipare al corso dopo un’intera giornata di lavoro, insegnanti comprese. Si ha la sensazione di uscire dalla propria individualità e di inserirsi in una comunità capace di operare una piccola rivoluzione in un mondo difficile.

La crescita di questa scuola é la prova che un corso di italiano dev’essere un’offerta indispensabile per chi arriva nel nostro Paese.

L’assistenza sanitaria, l’assegnazione di un lavoro e l’inserimento nelle scuole sono infatti aiuti che richiedono in ogni caso la conoscenza della lingua e non coprono che una parte di quelle che sono le esigenze di un individuo. Conoscere la lingua dell’ambiente in cui si vive è il mezzo per esprimere le proprie individualità e ricchezze, che rimarrebbero altrimenti confinate entro poche parole e frasi semplificate.

Ora momentaneamente sospesa, la scuola riprenderà con l’inizio del nuovo anno, intenzionata a rinnovare l’offerta dell’esame finale e rendersi più autonoma.

Il suo percorso, per chi vi partecipa, si fa sempre più coinvolgente: se chi conosce l’italiano si trova nella posizione di insegnare a chi deve apprendere, i ruoli di maestro e allievo si annullano nel momento in cui si concepisce la lingua come strumento necessario per cambiare prospettive, approfondire ciò che siamo, avvicinare culture ed esperienze e tentare dunque di aiutarsi reciprocamente nella vita.

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Corinna Mori

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