Consapevolezza Alimentare

 

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Ecomerende, scuola e buone pratiche al centro del dibattito di San Rossore

Consapevolezza: Cognizione, presa di coscienza di qualcosa. Questa la definizione data dal vocabolario online del Corriere della Sera e questo è quello che si è cercato di fare nella mattina di sabato 4 Ottobre alla Prima Giornata della Consapevolezza Alimentare, nella sala Gronchi di San Rossore, all’incontro organizzato dalla CIA (Confederazione italiana agricoltori) di Pisa e dal Centro di Educazione Alimentare La MezzaLuna, nel quale hanno preso la parola numerosi ospiti che si occupano di cibo, salute e agricoltura. Dopo i saluti portati dal Presidente dell’ Ente Parco, ha preso la parola il moderatore Sergio Capitani, giornalista RAI responsabile della trasmissione la Terra che va in onda ogni sabato mattina dalle 11.35 a 12.00.

La prima ospite è stata Raffaella Grana, Presidente Toscana di Slow Food, che nonostante il mese denso di impegni (salone del gusto e progetto Terra Toscana) ha voluto portare il sostegno di Slow Food all’iniziativa. Dopo l’intervento dell’Assessore alle Politiche sociali (Cooperazione con la rete dei servizi sanitari territoriali, Società della salute e rapporti con il “terzo settore”) del comune di Pisa Sandra Capuzzi, è intervenuto Andrea De Conno (Presidente della SdS) che ha raccontato un’esperienza intercorsa fra la Società della Salute e badanti: molte di loro, provenienti dall’est Europa, fanno un largo uso di burro e questo ha ricadute negative negli anziani, dimostrate da molte analisi. Si è perciò aperto un confronto nel quale le badanti hanno appreso un uso parsimonioso degli alimenti più grassi, ma al tempo stesso hanno insegnato ricette molto interessanti, inserendo così un elemento di contaminazione. Dopo quello di De Conno, si sono succeduti molteplici testimonianze: esperienze vissute e messe in pratica nei rispettivi ambiti lavorativi (scuole, associazioni, imprese, ospedali).

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Di tutti gli interventi, i più emozionanti sono stati due: il primo, per il calore e la passione con il quale è stato raccontato; il secondo per la grandiosità dell’esperienza. Il primo è quello di Maria de Biase, una dirigente scolastica, che si è classificata seconda come personaggio ambiente del 2013. Maria è andata a lavorare nel Cilento, regione rinomata per l’agricoltura e per la dieta Mediterranea, e qui ha deciso di incentrare tutta la scuola sulla eco-sostenibilità, quindi ha tolto le merendine, non ha fatto uso di plastica e hanno dato vita a un orto. Un’altra iniziativa che ha messo in pratica Maria è stata quella di introdurre un “ecomerenda” cioè merenda a pane e olio, con i prodotti provenienti dal territorio: pane di grano antico e olio. Con il passare del tempo sono stati piantati alberi da frutto nell’orto e quindi si è cominciato a variare l’ecomerenda con i frutti da loro prodotti. Questo progetto – dice Maria – ha avuto molti oppositori, che l’hanno soprannominata Preside-Terra-Terra;  ma lei, invece che disprezzare questo soprannome, ha deciso di farne un motivo di  vanto.

La seconda esperienza è quella di Gilberto Santucci, dell’Istituto Agrario Ciuffelli di Todi, il quale ha raccontato il progetto da loro realizzato per festeggiare il centocinquantesimo anno della scuola, la quale possiede al proprio interno un’azienda che comprende un vigneto, un oliveto, un frutteto, molti ettari a sementi e un caseificio. Sfruttando i loro possedimenti hanno fornito le merende alle scuole aderenti: di nuovo pane e olio o soprattutto pane e ricotta. Anche il loro obbiettivo era quello di mettere a punto “buona pratica”. Il progetto era composto da due momenti: il primo di educazione alimentare, con la fornitura di prodotti alle scuole, il secondo prevedeva la visita all’azienda per conoscere dove e come nascono i prodotti forniti. A questa seconda fase hanno partecipato anche i genitori degli alunni. Il gran successo del progetto ha permesso che il soggetto del saggio di fine anno venisse cambiato e fosse incentrato sull’educazione alimentare anziché sulla solita recita. Le conclusioni della mattinata sono state affidate poi ai vari organizzatori e al presidente nazionale della CIA.

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Al termine del convegno, è stato offerto come pranzo ai partecipanti un buffet, con prodotti offerti da alcune aziende del territorio, come la Fattoria Tommasi, che ha offerto pane, schiacciata e pizza, poi l’Azienda de Logi i formaggi, l’Azienda Castellonchio gli ortaggi, mentre olio e vino erano offerti dalla Cooperativa Santa Luce. Il Buffet era cucinato da Rosy Zummo. Durante il buffet, ho domandato alla Presidente regionale di Slow Food, cosa ne pensasse della proposta emersa durante il dibattito circa l’introduzione di un’ora di educazione alimentare a scuola. Raffaella mi ha risposto che non c’è una posizione precisa di Slow Food riguardo alla cosa, che può essere una proposta importante, ma per concretizzarla ci dovrebbe essere molto impegno da parte della scuola, e la gestione di tali ore dovrebbe essere affidata a specialisti, sia dal punto di vista alimentare che didattico.

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A conclusione vorrei dire che a mio avviso è stata una giornata molto interessante, con ospiti vari, nessuno dei quali ha fatto interventi deludenti, anzi ha contribuito a dare un senso di pienezza. Molti interventi riguardavano vere e proprie esperienze, vissute e messe in pratica (come le due che ho descritte) che possano essere prese a esempio e applicate in luoghi diversi. L’unica nota negativa della giornata è la scarsità del pubblico, poco vario. Mi auguro, come già auspicato dagli organizzatori, che ci siano altre giornate come questa e che magari si riesca a fare una maggiore pubblicità e ad attrarre  un pubblico più numeroso e variegato.

Dario Soriani

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