I Porco Rosso al Veleno Contest

Intervista ai Porco Rosso: New Wave e cantautorato del disagio moderno

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Veleno Contest: band emergenti si sfidano in diversi appuntamenti a Lucca e dintorni per ottenere un contratto discografico. Un eccellente tentativo per proporre al pubblico di tutte le età nuove sonorità e nuovi musicisti, un modo per riflettere e conoscere parti della scena underground del nostro territorio.

Il 15 marzo al Seed Club di Lucca si sono sfidate quattro band con quattro generi diversi: i Radar, una band Noise versiliana, i Cold Soffocate dallo stile Nu-Metal e Core (vincitori della selezione), The HOD band alternative dalle ascendenze College-Punk, ed infine i Porco Rosso, protagonisti di questo articolo. La band è composta da tre musicisti ed è priva di batterista: Michele Ricoveri (testi e voce), Giovanni Sodi (synth e basso) e infine Gabriele Vanni (chitarra).

I Porco Rosso sono un’originale esperimento che io vorrei qui definire liberamente come gruppo Sleaze-Punk/Wave (onda punk sporca, onda punk trasandata), un termine che mi è venuto in mente proprio durante il live e che penso calzi loro a pennello, ma non in senso negativo, anzi, proprio per evidenziare il loro stile grezzo, critico, rude e crudo, spogliato però di tutto quel look festaiolo, edonistico e sessuomane che caratterizzava i musicisti Sleaze degli anni 80. A questa schiettezza musicale del trio pisano, che è anche soprattutto schiettezza testuale, si associa la reminiscenza della New Wave e degli edonistici sintetizzatori dell’elettronica anni 80, rivisti sotto la lente incerta delle nuove generazioni della crisi economica e del web spersonalizzante, alla ricerca di stabilità, certezze e impieghi futuri, magari seguendo il sogno di vivere di musica, sogno difficile.

Dell’edonismo degli anni 80 musicalmente infatti c’è ben poco: qualche suono ci fa pensare a quel decennio, ma i Porco Rosso e in particolare il loro frontman, Michele Ricoveri, parlano ben di altro. Via i suoni dorati, via le luci ovattate e le languide melodie decadenti. Adesso la New Wave diventa dura, come quella dei pionieri CCCP, anche se il Punk è rimasto solo come impostazione. I Porco Rosso hanno sicuramente un attitudine Punk, ma la loro protesta è stanca, silenziosamente violenta, depressa e personale: è un grido di protesta contro un mondo ingiusto che sibila ora attraverso una maschera, quella di un maiale in cuoio, l’unico “trucco” che probabilmente mostra un sentirsi ai margini di un mondo che spesso non ti comprende, un’espressione di un certo disagio sociale. Sperando di avervi incuriosito vi lascio all’intervista che mi ha rilasciato Michele, dove tra le tante cose mi descrive anche il genere della band. Non si parla di Sleaze-Punk/Wave ma forse ci siamo vicini… Leggete cosa ci racconta, sono parole di una band emergente…

Voi avete partecipato al Veleno Contest, ma purtroppo non avete superato le selezioni di domenica 15 marzo. Come siete venuti a conoscenza del contest e perché avete partecipato?

Abbiamo conosciuto il contest tramite Facebook. Abbiamo partecipato perché era un anno che provavamo e non riuscivamo a trovare date per i live, il contest sarebbe stata un’ottima occasione. Il nostro genere, secondo me, difficilmente si inserisce nella scena musicale pisana, non sapevamo bene dove andare al parare. Borderline e Lumière sono locali già avviati, difficilmente prendono gruppi nuovissimi come il nostro, facciamo un genere che si discosta dalla musica che normalmente passa in quei locali. Non siamo Jazz, non siamo Hard Rock, è dura trovare un posto.

Porco Rosso: Tu indossi una maschera da maiale nei live.. cosa vuoi trasmettere al pubblico? Ha un significato metaforico il vostro nome?

Mah, niente! (Ride), l’ho comprata a Certaldo e da questa è nato il nome del gruppo; anche il film di Miyazaki, Porco Rosso, è stato fonte di ispirazione.

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Durante il live avete intervallato i pezzi con ritagli sonori provenienti da diversi film… Quali erano?

Beh diciamo che io amo molto i film horror. Il primo dialogo proveniva da Profondo Rosso, poi altri da Zombi 2, uno dall’Alba dei Morti Viventi di George Romero, poi c’era un pezzo di Verdone, quello dove l’attore interpreta la parte del saccente (Furio Zòccano n.d.r.) nei confronti della moglie Magda, il precisino di Bianco Rosso e Verdone… Poi alla fine abbiamo mandato la registrazione di Fischia Il Vento

Ecco infatti volevo chiederti…Perché avete scelto di mandare questi spezzoni e in più Fischia il Vento, un canto partigiano, verso la fine del concerto?

Abbiamo scelto questo modo di presentarci perché il nostro fine è quello di creare un concept album come facevano i gruppi progressive negli anni 70. Ci vogliamo sostanzialmente basare sul disagio dei giovani, sul fatto che non si trova lavoro, sulle situazioni problematiche che ci sono in Italia, e abbiamo trovato dei film che collegati alle nostre canzoni dessero l’idea di questo disagio. Verdone mi piace come attore e regista, ma il pezzo è stato scelto perché la canzone che apre si chiama Tuttologo, ed è un pezzo che parla di tutte quelle persone che pensano di essere migliori degli altri a prescindere. Essere precisi non è un difetto, ma a volte può risultare come un eccesso di autoconvinzione, come si vede dal film.
Fischia Il Vento l’abbiamo messa prima della canzone che si intitola Mandrakista Marxista che si ispira al film di Elio Petri, La proprietà non è più un furto, dove il protagonista, ragioniere bancario, diventa “allergico al denaro” e tenta di derubare un arricchito macellaio, evasore fiscale, interpretato da Tognazzi.

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L’ironia dei Porco Rosso: immagine che ho recuperato da un evento creato dalla band per il Veleno contest. Il manifesto circense dice: ” The Barnum & Bailey, greatest show on earth: troup of very remarkable trained pigs, performing numerous difficult, clever & wonderful tricks, animals, showing almost human intelligence & reason”.

Alla fine avete chiuso con una cover…

Si, Inno Nazionale di Luca Carboni. Abbiamo scelto questo pezzo perché amo Carboni, penso che come cantautore sia uno dei più schietti, ancor più di De Gregori e De Andrè, Carboni è quello che a mio giudizio testimonia meglio le difficoltà sociali odierne e anche la mia personale situazione.

Qual è il genere musicale e quali sono gli artisti che ascoltano i Porco Rosso?

Io mi sono approcciato alla musica suonando la tromba, ho cominciato a 17 anni. In quel periodo ascoltavo lo Ska-Punk italiano, poi crescendo ho iniziato ad ascoltare la musica degli anni 70 come Bowie, Lou Reed, fino alla New Wave e al Post-Punk. Adesso ascolto spesso cantautori italiani, mi piace molto Lucio Dalla, o ancora gruppi come i New Trolls che amo moltissimo. Daniele, il chitarrista, aveva un gruppo Post-Core, i Mirrors, poi suonava anche in un gruppo Hardcore… Il suo modo di suonare si è unito ai miei ascolti, è stata una cosa “ganza”! Poi c’è Giovanni che suona con i La Malavoglia, e lui è più per la New Wave, fissato con i Joy Division… Anche io ho avuto quel periodo!

Definisci il vostro genere come se dovessi rinominarlo su I-Tunes….Tre parole.

Punk Progressivo/Elettronico. Elettronico perché usiamo le basi, siamo privi di batterista. Spesso i batteristi mi hanno messo in difficoltà perché a me piace la musica minimale e non sempre riuscivo a conciliare le cose (ride).

Progetti per il futuro: avete in programma altre esibizioni live? State registrando un disco o nuovi inediti?

Stiamo registrando un demo di 5 canzoni, ma per i live è un problema… A Firenze abbiamo trovato un evento “La notte del gorilla”, proveremo a mandare il demo a loro e vediamo cosa succede. Anche al Veleno siamo piaciuti e ci siamo fatti qualche contatto. Pensavamo anche di suonare con i Diari della Fine che hanno partecipato al contest.

Ci vuole tanta fortuna Michele… Te lo dico anche io che ho un gruppo e siamo agli inizi proprio come voi! Grazie e a presto.

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Virginia Villo Monteverdi

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