Matteo D’Ignazi ed i suoi Ritmi

Nessuna carriera è esente da fasi di rinnovamento. Prima o poi arriva il momento in cui un lavoro – e in questo caso anche un passione – esigono un salto di qualità, un cambio di marcia.

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Per Matteo D’ignazi, batterista dall’età di tredici anni, questo cambiamento si è concretizzato con l’apertura di una scuola della quale è oggi direttore: la Scuola di Musica Ritmi di Poggio Gagliardo, a Montescudiaio, inaugurata pochi mesi fa, dove cerca di insegnare ai propri allievi che il segreto sta nell’esercizio continuo, nella condivisione della propria musica e soprattutto nell’apertura a generi diversi.

Matteo, prima di parlare della tua scuola, raccontaci i tuoi esordi nel campo delle percussioni.

Mi sono avvicinato alla musica per puro interesse personale. A un tratto ho cominciato a sentirmi attratto dalla batteria: se alla Tv c’era un concerto, io mi concentravo sul batterista. Era quello che volevo fare e ho iniziato a tredici anni. Credo ci sia una componente genetica in questa mia passione, perché anche mio padre da ragazzo è stato batterista. Ma questo l’ho scoperto solo in un secondo momento.

Quindi ti sei messo a studiare.

Sì, non ho mai smesso, neppure adesso che sono insegnante, e credo che non smetterò mai.

Che tipo di formazione hai avuto come musicista?

securedownloadNegli anni mi sono confrontato con molti nomi di spicco. Ho seguito lezioni con De Lazzeretti, Christian Meyer, Greg Bissonette, Pete Lockett e altri ancora. Poi ho studiato per un anno alla Tech Music di Londra, dove ho conosciuto musicisti coi quali intrattengo ancora rapporti di collaborazione. È stata un’esperienza importantissima, che mi ha spianato la strada per altre avventure. Con il gruppo inglese Capelle ad esempio ho svolto un tour di 43 date negli States, da Los Angeles a New York, attraverso 26 stati.

Di quali Band fai parte adesso?

Suono spesso con i Nut, gli Strange Flowers, i Mister Bison. Sono molto attivo nella scena cecinese e pisana. Ma amo confrontarmi con persone diverse e soprattutto con generi diversi. Sono un appassionato di rock, ma amo anche il funk, e cerco di esplorare la musica a 360 gradi. Lo ritengo un atteggiamento fondamentale per un musicista, e ancora di più per un istruttore.

Parliamo adesso dei primi passi nel campo dell’insegnamento.

Ho iniziato cinque anni fa, dando lezioni private. Ho lavorato anche per scuole di musica nella provincia di Pisa, e all’isola D’Elba. Ancor oggi insegno alla Music Academy Pisa. Nel corso degli anni ho sviluppato un metodo d’insegnamento preferenziale che consiste nel dare lezioni tecniche su tantissimi generi differenti, stimolando l’allievo a cimentarsi, man mano che progredisce, con universi musicali anche molto distanti fra loro. Poi ovviamente ogni allievo ha le sue sensibilità e queste vanno rispettate, c’è un adattamento indispensabile, l’approccio varia da persona a persona.

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Come hai deciso di aprire una tua scuola? È stato un percorso difficile?

Era un’idea che avevo in testa da un po’. Un giorno è passato il “treno” e ho deciso di salirci sopra: la struttura era la sede di un’associazione per la quale collaboravo come insegnante. Era adibita in parte a locale per musica live, e in parte riservata a corsi. C’era già un’idea embrionale di scuola che poi non ha trovato attuazione. Quando l’associazione se ne è andata ho preso in gestione lo spazio per  trasformarlo nella mia scuola. Non ê stato facile. Il primo grande ostacolo da superare è la burocrazia, in Italia davvero allucinante. Norme di sicurezza, commercialista,  etc. L’altra sfida è stata lanciare l’attività sul territorio, renderla nota e appetibile. Alle spalle avevo quattro anni di lezioni private a Cecina, questo mi ha agevolato, ma ritagliarsi un nome è comunque un momento delicato e non si conclude con l’inaugurazione: quello semmai è l’inizio.

Descrivicela: che tipo di corsi tenete? Come hai scelto i collaboratori e come lavorate?

Abbiamo corsi per ogni strumento: da quelli elettrici, per musica moderna, al canto, passando attraverso la vasta gamma di strumenti classici come il violino, il trombone, il sassofono, il pianoforte etc. Per selezionare gli insegnati mi sono basato su conoscenze personali e di fiducia, o facendomi consigliare da musicisti di conclamata esperienza. Ad oggi siamo in dieci. Tutti giovani fra i venticinque e i trent’anni. Abbiamo settanta studenti, facciamo anche corsi di propedeutica musicale per bambini, abbiamo una sala prove e uno studio di registrazione. L’idea è quella di rendere il luogo un punto di riferimento e un centro di aggregazione e promozione musicale. Vorrei una scuola che non si limitasse a fornire nozioni tecniche, ma un ambiente accogliente, dove potersi esprimere e stringere nuove amicizie. Qualche risultato in questo senso è già arrivato, grazie al laboratorio di “musica d’insieme”, nel quale mettiamo gli allievi a confronto: si creano delle piccole Band, una sta registrando il suo primo Lp proprio adesso.

Che rapporto hanno le nuove generazioni con la musica? Hai notato un cambiamento negli anni?

Oggi hanno molte più occasioni per assorbire input disparati grazie alle nuove tecnologie, questa mi pare la differenza principale. Non necessariamente positiva, intendiamoci. Alcuni musicisti navigati (io sono ancora giovane dopotutto) mi hanno raccontato che se negli anni 70 suonavi uno strumento, quello diventava il tuo mondo molto in fretta: oggigiorno abbiamo tantissime distrazioni in più, e molte di esse arrivano proprio dagli stessi mezzi che forniscono l’occasione per espandere le proprie conoscenze. Tanti bambini hanno inoltre un’agenda fitta d’impegni, sono spaccati fra mille attività, un tempo non era così, c’era molto più tempo libero. Ma la passione, se è vera, è anche universale e non ha età.

Qualche progetto all’orizzonte?

Con la scuola stiamo organizzando due masterclass. Una a fine marzo e una a giugno, con un chitarrista e un batterista stranieri di fama internazionale. Al momento non voglio rivelare i nomi perché non ho ancora ricevuto la conferma ufficiale, ma la cosa dovrebbe andare in porto. Lo scorso novembre ne abbiamo già svolta una con Giorgio di Tullio, un grande batterista. Poi ci sono i progetti personali: a fine 2014 ho registrato due album che usciranno a primavera insieme ad altri due che sto per registrare. Non aggiungo altro. Sai… scaramanzia!

https://m.youtube.com/watch?v=Z8TLEe_YcQ4

Per contattare la scuola: 3289036117

 

285634_4032932391029_344287144_nFilippo Bernardeschi

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