Gli archeologi ritrovano 80 scheletri ad Atene. Sono i Cilonidi?

Il 14 aprile 2016 il direttore dei servizi archeologici della Grecia, Stella Grissolachy, ha annunciato una sensazionale scoperta: vicino ad Atene, durante degli scavi di emergenza per la costruzione della nuova biblioteca nazionale e del nuovo teatro dell’Opera, sono state rinvenute due grandi fosse comuni contenenti i cadaveri di 80 uomini maschi. Vicino a questi sono stati trovati due vasi databili alla metà del VII secolo a.C. Si tratta dei Cilonidi?

Il massacro

Alcuni degli scheletri trovati dagli archeologi (Dailymail)

Alcuni degli scheletri trovati dagli archeologi (Dailymail)

Questi cadaveri sono stati interpretati da Grissolachy come quelli di Cilone e dei suoi seguaci, che, proprio in quegli anni, (come raccontano Erodoto, Tucidide e Plutarco) furono massacrati brutalmente poco fuori la città. Vi sono numerosi indizi, a suo parere, che rendono possibile identificare i cadaveri con quelli di Cilonidi: i corpi appartengono a giovani uomini in buona salute con denti sani (fattore che evidenzia la loro estrazione sociale alta); sono posti l’uno vicino all’altro, sdraiati sulla schiena o sullo stomaco, con le braccia sollevate e le mani legate con catene; infine le morti sembrano essere avvenute in contemporanea, tutti fattori che fanno pensare a un grande massacro.

La storia di Cilone e dei suoi è uno degli eventi più noti e significativi dell’Atene arcaica e il loro massacro, ancora a secoli di distanza, macchiava i discendenti dei loro assassini. Cilone, aristocratico ateniese e vincitore di un Olimpiade, a detta di Tucidide, sposò la figlia di Teagene, tiranno in quegli anni di Megara. Forse questo fatto influenzò le sue scelte politiche successive. Un giorno Cilone si recò a Delfi per consultare l’oracolo di Apollo e l’oracolo gli predisse che avrebbe preso d’assedio Atene durante la festa più importante dedicata a Zeus: Cilone prese alla lettera le parole dell’oracolo e mise insieme un gruppo di uomini megaresi e alcuni ateniesi e si insediò nell’Acropoli della capitale Attica nel giorno delle feste olimpiche. Ma, come spesso accade, gli oracoli sono difficili da interpretare e Cilone non comprese che Apollo si stava riferendo alle feste per Zeus più importanti in Attica e non nell’intera Grecia.
Gli ateniesi non vollero accettare una tirannia come quella megarese e si radunarono numerosi intorno all’acropoli circondando gli assedianti. A Cilone e ai suoi non rimase altro che gettarsi supplici dinnanzi alle statue degli Dei, gesto che nella Grecia tutelava i devoti e gli rendeva inviolabili. Uccidere degli uomini presso le statue delle divinità era un grosso sacrilegio, come nel Medioevo uccidere nelle chiese, e macchiava di impurità chi lo commetteva. Gli ateniesi promisero la salvezza ai supplici ma appena si staccarono dalle statue li trucidarono ancora all’interno del tempio.

Ira degli dei contro i sacrileghi

Rappresentazione dello stupro di Cassandra

Rappresentazione dello stupro di Cassandra

Chi commetteva una tale crimine era eternamente maledetto e incappava nell’ira degli déi come mostra il mito di Aiace Oileo e Cassandra. Questo episodio, che si colloca alla fine della guerra di Troia, non è raccontato da Omero, ma nel poema dell’Iliou Persis. Alla fine della guerra gli achei riescono a penetrare nella città di Troia, grazie al famoso stratagemma del cavallo, e mettono a ferro e fuoco la città. Aiace Oileo durante la distruzione della città stupra Cassandra, indovina e figlia di Priamo. La fanciulla, davanti alla cieca violenza del soldatò, si stringe supplice alla statua della dea, il Palladio, ma questo non ferma la violenza di Aiace. Anche Aiace fu maledetto: durante il ritorno da Troia la sua nave ebbe un naufragio e Zeus per punirlo scagliò contro di lui un fulmine. La vicenda è rappresentata in numerosi vasi greci a figure rosse e a figure nere.

Influenze nella storia

Gli uomini che si macchiarono dell’empia uccisione dei Cilonidi appartenevano alla famiglia degli Alcmeoni, una delle più nobili e influenti ad Atene. Essi furono banditi dalla città anche se alcuni riuscirono a ritornare. Ancora nel V secolo gli Spartani, all’epoca della guerra del Peloponneso, chiedevano l’estradizione dei discendenti degli Alcmeoni da Atene e in particolare di Pericle, leader politico ateniese e imparentato da parte di madre a questa famiglia.
La vicenda dovette avere un grande eco in tutta la Grecia come è dimostrato dal fatto che ancora a secoli di distanza si accusino di impurità i discendenti degli Alcmeoni; inoltre Erodoto, Tucidide e Plutarco ne parlano come un fattore che destabilizzò la vita politica dell’Atene arcaica e di tutta la Grecia.
Il ministro della cultura greca ha annunciato un incremento delle indagini archeologiche in quell’area. Con nuove scoperte forse sarà possibile confermare questa ipotesi e la veridicità dei racconti di Tucidide, Pausania e Plutarco.

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