L’Iliade del Carretto al Verdi di Pisa

L’Iliade della Compagnia del Carretto di Lucca è appena terminata, al Teatro Verdi di Pisa.

La prima sensazione è quella di aver assistito ad uno spettacolo unico nel suo genere. Gli echi dei suoni rimangono ancora nelle orecchie ed i marchingegni scenici, in questo caso i cavalli, sono ancora sulla scena, insieme agli attori, a raccogliere gli applausi del numeroso pubblico in sala.

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Sì, e questo è significativo. L’impianto scenico, infatti, è parte integrante in questo spettacolo al pari degli attori. Tutti i codici teatrali qui hanno pari dignità e lo spettacolo finale è il risultato di un processo creativo che vede la sapiente unione e il perfetto equilibrio di tutti gli elementi che compongono la messa in scena.

Lo spettacolo debuttò nel 1988 e la Compagnia del Carretto che nel 2014 ha compiuto trent’anni di attività ha deciso di metterlo di nuovo in scena esattamente com’era 26 anni fa.

Per la stesura del copione sono stati scelti 14 su 24 dei libri originali che compongono l’Iliade, poema di Omero, e adattati da Maria Grazia Cipriani con tagli che mettono in evidenza la guerra e tutti i suoi orrori. La traduzione scelta è quella di Vincenzo Monti, i versi quindi conservano un sapore aulico ed epico ormai lontano dal nostro sentire. Tutti i versi sono narrati da una voce fuori campo, ma, partecipe, un recitativo extra diegetico.

Sul palco uomini il cui corpo è quasi sempre coperto da armature, elmi, scudi, uomini in guerra, uomini statuari e macchine sceniche costruite in legno con funi e ingranaggi a vista, tutto finalizzato ad evocare la guerra. Questa lungo ed epico conflitto è il tema principale della rappresentazione. Una guerra durata oltre dieci anni, forse una delle prime mai raccontate, che provoca gli stessi morti e gli stessi dolori delle guerre di oggi. I duelli e le battaglie sono sempre al centro del palco e anche al centro del suono, dove, oltre alla voce narrante, “la colonna sonora si articola nella composizione ritmata e musicale di suoni concreti spesso violenti” – dice Hubert Westkemper (resp. suono). Sfregarsi di ferro, di cocci, lame che combattono, ferri che si urtano, grida, tonfi che si fondono e si combinano fino a creare la colonna sonora.

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Graziano Gregori, lo scenografo, dichiara: “il mio lavoro consiste nel dare forma alle suggestioni dell’immaginario evocato nelle parole di Maria Grazia”. Nell’Iliade questo scopo è raggiunto, con risultati sublimi. Iliade è uno spettacolo di una bellezza disarmante dove i costumi, le armature, le macchine sceniche, i suoni, la plasticità dei corpi rendono lo spettacolo epico e maestoso.

In questi 26 anni il mondo intorno a noi si è trasformato sotto tutti gli aspetti, e in questi anni duemila dove tutto va a una velocità troppo alta, dove anche a teatro ci siamo abituati ormai a scenografie realizzate con l’uso del computer ed “effetti speciali” di vario genere, ritrovarsi ad ammirare la lentezza dei movimenti di questo spettacolo, essere rapiti dalla maestria del lavoro artigianale realizzato dalla Compagnia, ha probabilmente un valore ancora più alto di 26 anni fa.

Maf

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