L’acqua e i segreti di Titanic

Titanic (Titanic, James Cameron, 1997)

Spirit on the water
Darkness on the face of the deep
I keep thinking about you baby
I can hardly sleep

BOB DYLAN, Spirit On The Water

Cinema e elemento fluido, James Cameron

Che sollievo! È l’acqua il tema di questo torrido luglio. Quando l’acqua incontra il cinema non bisogna far altro che chiudere gli occhi, rilassarsi “a morticino” e lasciarsi condurre dalla corrente verso altri lidi. Tranquilli: di squali, manco l’ombra.

L’acqua è il mezzo necessario alla visione. Si trova all’interno dell’occhio umano come umore acqueo, il liquido che ci consente di mettere a fuoco le immagini. L’acqua è il mezzo nel quale si sono sviluppate le forme di vita primordiali. Da questi assunti fisiologici proviamo a scaturire un rapido montaggio mentale in cui visualizziamo i primi esseri viventi che dall’acqua colonizzarono la terraferma, un embrione nel suo liquido amniotico, l’uomo che fonda le prime città, conquista la terra e non si accontenta più. Così inizia a esplorare le acque e popola il globo fino a noi, fino all’acqua e al mare come mezzo di speranza nella disperazione. Mezzo da attraversare, per alcuni, da preservare, per tutti.

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Nel cinema di James Cameron, l’acqua è un elemento ricorrente, vero e proprio oggetto di ricerca tecnica e concettuale. Dalle misteriose profondità oceaniche abitate da creature aliene di The Abyss al fantascientifico pianeta Pandora di Avatar, nel quale possiamo concludere la carrellata iniziale di immagini associative, con piacere degli occhi.

L’elemento fluido gioca un ruolo fondamentale nelle moderne tecniche di ripresa cinematografica e cerca forse di soddisfare l’innata curiosità dell’uomo di sperimentare le possibilità di movimento dei pesci e degli uccelli. Si ha così la sensazione di “fluttuare” all’interno di una scena. Tutti i movimenti fastidiosi, le vibrazioni che contraddistinguono un filmato di scarsa qualità, sono tipici della terra e si eliminano, vengono ammortizzati con apposite attrezzature. Il cinema è quindi esso stesso movimento fluido, e lo spettatore, a sua volta, vi è immerso con punti di vista galleggianti e traiettorie fluide. Nelle opere di Cameron questa libertà di movimento è portata all’estremo, un’immagine ricorrente è quella dell’uomo che osserva attraverso il vetro di un oblò, che si trasforma così in uno schermo cinematografico, rendendo il mondo sommerso che sta fuori territorio da esplorare in ogni direzione.

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natgeoDurante la propria formazione Cameron si è imbattuto nelle opere subacquee del regista ed esploratore francese Jacques Cousteau. Una suggestione importante per il cineasta canadese che, parallelamente ai propri film maggiori, ha portato avanti altri numerosi progetti collegati al mondo acquatico. L’acqua diventa da un lato mezzo di esplorazione di mondi sconosciuti e luogo di incontro con forme aliene, dall’altro fonte di difficoltà tecniche superabili con riprese ambiziose quanto innovative, e sperimentazione nel campo degli effetti speciali e della grafica tridimensionale.Per Cameron le profondità oceaniche equivalgono allo spazio interstellare più profondo e inesplorato. Riguardo agli abissi: “Jacques Cousteau diceva che se sapessimo cosa c’è lì, non ci dovremmo andare” (J. Cameron). Nel 2012, grazie alla spedizione per conto di National Geographic, Cameron è riuscito a raggiungere il Challenger Deep, il punto più profondo della Terra nella Fossa delle Marianne. James Cameron non è quindi solo ed esclusivamente il regista di Titanic, Avatar e Terminator, ma anche esploratore e regista di documentari incentrati sempre sul tema dell’acqua, Ghost of the Abyss (2003) e Aliens of the Deep (2005).

Ripercorrendo a tratti la storia del regista ci troviamo nel 1992, tre anni dopo il parziale insuccesso di The Abyss, il primo film in cui Cameron è libero e dotato dei mezzi necessari per mettere in atto le visioni acquatiche, visioni che lo hanno portato ad abbandonare gli studi in fisica per intraprendere la carriera cinematografica e convogliare le sue poliedriche aspirazioni. Nel periodo di studio e sperimentazione che precede le riprese per Titanic, Cameron contattò l’esploratore russo Anatoly Sagalevich per noleggiare una nave da ricerca scientifica dotata di una coppia di sommergibili capaci di esplorare l’abisso fino a cinquemila metri di profondità. Le difficoltose riprese subacquee, costate a Cameron il licenziamento dal primo incarico come regista in Piraña paura (1981), furono affrontate con un marchingegno progettato da Cameron stesso e dal fratello Mike. Si tratta di uno scafandro in titanio per isolare la macchina da presa dalle enormi pressioni idrostatiche e capace di effettuare panoramiche orizzontali e verticali con movimenti fluidi. Nel 1996 iniziano le riprese vere e proprie del film, dove Cameron è meticoloso nel ricostruire verosimilmente ogni aspetto tecnico dell’affondamento del più famoso transatlantico. Viene realizzato un enorme bacino acquatico con un modello della fiancata del Titanic lungo più di duecento metri.

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Gli aspetti distruttivi delle riprese, durante l’allagamento dei saloni e l’inclinazione del ponte della nave, comportano una preparazione millimetrica di ogni singola scena, che non può essere girata due volte, con conseguenti ritmi di lavorazione serrati tali da scatenare polemiche negli Stati Uniti per le condizioni dei lavoratori sul set. Tutto ciò che avviene dopo è arcinoto, l’ascesa nel firmamento delle star hollywoodiane per Leonardo Di Caprio e Kate Winslet e soprattutto il primato di film col più alto incasso della storia del cinema, oltre due miliardi di dollari nel mondo a fronte di un budget di duecento milioni. Primato che è stato superato dal successivo film di Cameron, Avatar, con quasi tre miliardi di dollari.

Siamo i figli di puttana più fortunati del mondo, lo sai?” gridava Jack Dawson – Leonardo Di Caprio all’amico italo-americano Fabrizio, dopo essersi imbarcati all’ultimo minuto coi biglietti appena vinti a una partita di poker. Titanic è probabilmente l’opera cinematografica che più di tutte ha emozionato il pubblico negli ultimi trent’anni, è il film con cui Cameron ha fatto Bingo. Una generazione è cresciuta con l’immagine libera di Jack e Rose a braccia aperte sul ponte della nave e la potente colonna sonora di Celine Dion. Gli ingredienti di questo enorme successo sono stati sapientemente dosati da Cameron, perché Titanic è contemporaneamente la ricostruzione tecnica di un disastro dell’uomo, e il racconto di vicissitudini umane nell’incombenza della catastrofe. La storia di Romeo e Giulietta di prima del disastro, un proletario irlandese in cerca di fortuna e una nobile ragazza promessa in sposa a un uomo e un futuro senza felicità. In questi nostri giorni acquatici, di bagni al mare e spiagge bollenti, di temi scottanti in televisione, abbiamo voluto raccontarvi un po’ della storia di un artista che con perseveranza ha realizzato i suoi sogni visionari e cambiato per sempre la storia della settima arte, emozionando e sensibilizzando il pubblico con una storia di extracomunitari giovani, belli e cinematograficamente puliti.

ritrovatiLeo D’Arrigo

Tomas Ticciati
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One comment to “L’acqua e i segreti di Titanic”
  1. Tema del mese azzeccato e trattato egregiamente fino dalla breve introduzione all’approfondimento dell’elemento fluido nel cinema, in particolare di tanti aspetti di un film e di un regista raccontati in modo da rinfrescarci ed appassionarci ., attraverso nuove conoscenze . Grazie e, come sempre, bravo.

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