Finalmente arriva la linea 3 della tranvia di Firenze

Prima o poi, finalmente salirò sulla tranvia per andare in centro a Firenze. Sul finire degli anni Cinquanta la mia famiglia si è trasferita dal paese di Gambassi, che ancora non si chiamava Gambassi Terme, a vivere nel capoluogo della Toscana. Si tornava al paese ogni domenica a trovare gli amici, a mangiare la pasta al ragù della Gina, la mia levatrice. Si nasceva in casa a quei tempi e non c’erano le ostetriche ma le levatrici. Il suo marito era il falegname del paese e di nome faceva Pio. Lui mi chiamava “palle”, come tutti i bambini del tempo e ogni volta mi chiedeva: “Senti, Palle, ora che stai a Firenze, per andare in centro tu prendi i’ tranvai e, per tornare che fai? prendi i’ tranvieni?”. Rispondevo un sì incerto, perché a Firenze io la tranvia non l’avevo vista, ma soprattutto perché Pio, mi pigliava sotto il mento con un pizzicotto, un gorgino, e dondolava la mano, una enorme mano callosa da falegname.

Il tram a Firenze era stato introdotto nel 1878 e smesso nel 1958. Pio l’aveva visto, io ne sentivo parlare. La prima linea tranviaria elettrica collegava Firenze a Fiesole, doveva essere un bel vedere. Negli anni furono costruite tranvie per andare a Sesto Fiorentino, Castello, Rovezzano, Bagno a Ripoli, Settignao e nel Chianti. Una linea passava in Piazza Duomo, tra la Cattedrale e il Battistero.

Ricordo invece che per Firenze giravano i filobus, con le ruote di gomma e il motore elettrico. Il trasporto pubblico era una dotazione efficace per una città importante, ma sostanzialmente piccola come Firenze.

FIlobus Fiesole

Il filobus l’ho preso diverse volte per andare a Fiesole. Partivo da Piazza San Marco e traballavo nel silenzio sibilante del mezzo che saliva in collina.

Il tram l’avevano spazzato via le guerre e la crisi industriale. Il filobus invece è stato fatto fuori dall’alluvione del 1966 e dalla crescente furia del trasporto privato. I fiorentini si sono arrangiati, come si dice, nel nome della libertà e delle soluzioni individuali, per scegliere le due ruote, non a pedale ma a motore. Tutti in motorino: allo stadio, al lavoro, in chiesa, ai funerali, alla mostra dell’Artigianato, dalla fidanzata…

Firenze, piazza Duomo con tram

A un certo punto, i fiorentini si sono schierati anche contro la costruzione del nuovo sitema tranviario. Sia nel nome del partito del motorino sia nel nome della difesa degli alberi che si dovevano abbattere per fare posto ai binari. Gli attivisti salirono sui bagolari del viale Morgangi per impedire il lavoro dei taglialegna, fino a che arrivò una telefonata. Era il 2007: «Compagno Laganà scendi dall´albero», chiedeva il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, ad Antonio Laganà, istallatosi da una settimana su un albero. «Compagno Fausto obbedisco», disse scendendo dalle fronde Laganà, cui molti davano ragione, anche dello schieramento politico opposto. Confesso che ero un po’ perplesso.

Firenze, arriva la linea 3 della tranvia

Sono passati più di dieci anni e l’altra notte, ho visto nello stesso viale Morgagni, da anni cantiere molto complicato e impegnativo per chi vive a Rifredi, il nuovo Sirio, il tram prodotto da Hitaci (ex Breda) di Pistoia. Il convoglio porta una scritta gigantesca sulla fiancata: “eccola“. Per rispondere a tutti quelli che erano in ansia di vederla dopo anni di pene da traffico.

La prima volta che ci salgo per andare in centro, sono certo, mi torna in mente il morbido dolore dei pizzicotti di Pio a cui potrei dire: “Sì, a Firenze vado col tranvai e torno col tranvieni“. Ho aspettato cinquant’anni, ma ne è valsa la pena: avrò lo sconto per anziani.

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