The Crucible di Miller: continuano i laboratori di Fare Teatro

PISA – Dopo il successo di “Il Diavolo con le zinne” in scena fino a domenica 22 maggio, “Fare Teatro” propone un Laboratorio di recitazione di 2° livello, rivolto anch’esso alla fascia d’età degli istituti superiori.

 
Nella sala Titta Ruffo dal 24 maggio al 1 giugno, (in dettaglio: martedì 24 maggio 2016 alle 21; mercoledì 25 maggio alle 10 – scuole – e alle 21; giovedì 26 maggio alle 10 – scuole -; domenica 29 maggio alle 17 e alle 21; martedì 31 maggio alle 10 – scuole -; mercoledì 1 giugno alle 10 – scuole – e alle 21) ecco “The Crucible” – Il Crogiolo di Arthur Miller adattamento e regia di Franco Farina e Luca Biagiotti.
I protagonisti sono: Bianca Ceravolo, Rachele Gracci, Greta Bensi, Ludovica Ferrò, Alessio Venturini, Chiara Saviozzi, Antonio Cocuzza, Nadine Medic, Elisabetta Corbo, Anna Dell’Orso, Silvia Zinno, Emanuel Giardini, Eugenio Fortunato, Maria Giulia Toscano, Valeria Di Natale, Sara Genovesi, Flavia Comi, Priscilla Emody, Giulia Bechi, Federico Cristiani, Raffaella Di Pietro, Carlo Guglielminetti, Benedetta Artigiani, Elena Fustini, Daniele Matronola, Tommaso Ricci, Luca Di Natale, Eugenio Saccon.
Le luci di Marco Bagnai e Nicola Savazzi.
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Il dramma di Arthr Miller debutta per la prima volta nel 1953 a Broadway, nell’America della caccia alle streghe.
E, proprio di una caccia alle streghe si parla. Il testo è ambientato nel 1692 a Salem, ma, il luogo è non-luogo, o quantomeno potrebbe essere un qualunque altro luogo. Un luogo dove l’ideologia, la paranoia, il fondamentalismo vengono usati per esercitare e mantenere il potere, impedendo di fatto qualsiasi cambiamento. Il dramma racconta di un gruppo di adolescenti che denunciano di essere state vittima di stregoneria da parte di altre donne del villaggio. Il dramma è un grande processo di fronte alla Corte di Giustizia che viene appositamente convocata. Arthur Miller all’epoca si recò realmente a Salem, studiando i documenti dell’epoca (conservati al Witch Museum – Museo della città) per comprendere ciò che era successo e per studiare i dialoghi processuali. Nel dramma “Salem viene invasa dalla febbre persecutoria, alimentata da una parte del villaggio che prende a pretesto la presenza del Diavolo (vera? presunta?) per cercare di eliminare tutte quelle persone che, secondo loro, non seguono una vita retta e devota e religiosa e onesta.” 
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All’uscita dello spettacolo il parallelo tra il processo inquisitorio e la realtà maccartista fu lampante; chiediamo a  Franco Farina e Luca Biagiotti perché, nel 2016, hanno scelto di far lavorare un gruppo di ventenni ancora su questo pezzo? «Questo è un testo sulla paranoia e su una comunità che viene devastata da questo sentimento. Tutto parte da un gruppo di ragazzine, (in un’epoca nella quale i giovani e tanto più le ragazzine non avevano nessuna importanza) che per non essere incolpate di aver partecipato a una festa notturna denunciano che il diavolo si è impossessato di alcune persone. Questo è un episodio che è realmente accaduto, alla fine vennero impaccate moltissime persone e le ragazzine diventarono le “Sante di Salem” diventando il fulcro della società e prendendosi una rivincita sulla società dei padri». I due proseguono: «A nostro avviso è un testo bellissimo che non parla solo di questo e come tutti i grandi testi contemporanei riesce a lavorare sui sentimenti, le relazioni, la verità, la falsità e persino sull’eccesso di fiducia nella verità. E’ un testo corale che spesso le compagnie professioniste non portano in scena perché ci sono troppi personaggi e a nostro avviso il testo più bello di Arthur Miller». I giovani protagonisti hanno provato a rispondere cosa abbia significato per loro lavorare su questo testo, se lo hanno affrontato come un qualunque testo teatrale, mettendo in pratica tutto ciò che hanno appreso durante il laboratorio o se ha trasmesso loro un messaggio, se e in cosa lo hanno trovato contemporaneo. Dopo essersi consultati tra loro hanno raccontato che The crucible «a livello contemporaneo è molto attuale: pensiamo a ciò che è successo a Parigi! Nella nostra società c’è un forte fondamentalismo religioso mostrato nei suoi vari aspetti, sia positivi che negativi. Noi abbiamo cercato di lavorare privi di pregiudizi. Inoltre, il fatto che i personaggi che ci siamo ritrovati ad interpretare fossero persone realmente esistite ci ha spinto ad avere un grosso rispetto per questa storia. Ci siamo ritrovati anche a dover lavorare su una divisione in classi e soprattutto di genere che fortunatamente non esiste più. Abbiamo affrontato la difficoltà di dover considerare la donna al pari di una bestia, con i capelli coperti e i cui pensieri non sono importanti e per noi non è stato semplice. Tutto ciò che noi racconteremo è successo veramente, delle persone hanno rischiato la vita per i loro ideali e i loro valori».

Biglietti in prevendita al botteghino del teatro (intero euro 12, ridotto studenti euro 7); pochi i posti disponibili.

 

FotoGallery realizzata durante le prove

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