Don Giovanni Festival

Con la messa in scena sabato e domenica (13/14 dic ) del Don Giovanni di Molière con la regia di A. Preziosi  e dopo l’omonima opera lirica di Mozart con la quale si è inaugurata la stagione 2014/15 del Teatro Verdi di Pisa va avanti il progetto DonGiovanniFestival ideato ed organizzato dal Teatro Verdi e dall’Università di Pisa.

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Un progetto che copre un intero anno (ottobre 2015-novembre 2015) e che vede all’interno del proprio programma lirica, prosa, opere da camera, concerti, film e incontri-dialoghi sulla mitica e controversa figura di Don Giovanni.

Una gigantesca Follia” come recita appunto il titolo del Festival.

Gli argomenti e le parole sulla figura di Don Giovanni potrebbero non esaurirsi mai. La primissima stesura dell’opera si fa risalire addirittura al 1630 con il Burlador de Sevilla di Tirso da Molina, pseudonimo di Gabriel Tellez, frate spagnolo, che inaugura la tradizione conosciuta dei Don Giovanni e con il suo ultimo atto e l’apparizione del Convitato di Pietra, l’unico forte elemento religioso presente anche nella prima stesura, dà l’avvio anche a tutta un’altra serie di riprese del tema.

imagesDopo di lui, quindi, si arriva poi alla versione del 1682 di Molière (ancora tra le più rappresentate) e quella di G. Da Ponte del 1787 (musicata appunto da Mozart). Queste sono indubbiamente  le più conosciute e le più rappresentate tanto che per alcuni il fedele servo di Don Giovanni è solo Leporello e per altri solo Sgranarello (amanti della lirica i primi e della prosa i secondi) ma su Don Giovanni hanno scritto Strauss, Hoffman, Puskin, G.B. Shaw, Goldoni, solo per citare i più conosciuti.

Il DonGiovanniFestival cercherà di percorrere tutte le declinazioni del personaggio e metterà in scena dalla versione di Tirso De Molina (Un uomo senza nome – 13 febbraio 2015) fino alla dissacrante versione dei Sacchi di Sabbia e Giovanni Guerrieri (” Eine Musicali cher Spass zu Don Giovanni” e “L’empio Punito”5 febbraio 2015)

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A dire il vero il Festival di quest’anno ha avuto una speciale anteprima con l’esaltante  e discusso Don Giovanni di Filippo Timi dello scorso anno che divise il composto pubblico del Teatro Verdi in due nette schiere, quelli che anticipatamente abbandonarono la platea e quelli che alla fine gli decretarono una standing ovation.

Ma, tornando al calendario di quest’anno, il Festival ha avuto avvio il 6 ottobre con una lezione aperta della professoressa Gabriella Ravenni sul Don Giovanni di Mozart che è andato poi in scena la settimana successiva (11-12 ottobre). Un’opera lirica di impianto tradizionale che mancava dai palcoscenici della città da quasi dieci anni e che ha visto il “tutto esaurito”  grazie anche all’importante cast e all’Orchestra dellla Toscana diretta dal concittadino Francesco Pasqualetti.

Dopo i vari incontri-dialoghi curati da esperti universitari come i professori Maurizio Ambrosini, Cinzia M. Sicca, Cristiano Cei, Giovanni Salmeri e Elena Biggi svoltesi nel mese di novembre, eccoci alla prima pièce teatrale in programma il “Don Giovanni” di Alessandro Preziosi, appunto.

Preziosi torna a Pisa, dopo il Cyrano di due stagioni fa, l’opera è l’ultima di una trilogia di classici composta da  l’Amleto, il Cyrano e il Don Giovanni. La mise en place è fondamentalmente tradizionale (impianto recitativo, costumi, mimica, prossemica) l’innovazione è lasciata alla scenografia, di Fabien Iliou, che prevede il palco completamente vuoto (per tutto il primo tempo) con un fondale su cui passano proiezioni e videoclip di notevole impatto. Un plauso particolare riserverei all’interpretazione di Sgranarello da parte del bravo Nando Paone.

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In questi giorni (dal 15/12 al 18/12) è in programma all’arsenale la proiezione di “Io, Don Giovanni” di Carlos Saura (con la splendida fotografia di Vittorio Storaro), secondo appuntamento per quanto riguarda la parte del Don Giovanni sullo schermo, nell’ambito del Festival, festival che proseguirà da gennaio 2015 con due spettacoli in sala Titta Ruffo con la regia di Lorenzo Maria Mucci e interpretati dagli allievi dei laboratori della scuola dello spettatore. A febbraio saranno di scena alcune opere da camera, e molti incontri-dialoghi che andranno dalle trasforamazioni letterarie del novecento a Kirkegaard fino all’interessante incontro di aprile con M. Antonella Galanti e Maurizio Iacono su Senso di vuoto, desiderio, voracità: Don Giovanni figura della malinconia. 

Già, Don Giovanni! Empio punito così come lo vuole la nostra tradizione e il nostro ormai comune immaginario collettivo o simbolo di un diverso modo di leggere la sensualità, l’amore e il desiderio?

Qua la sensualità ha la sua dimora, (…) in questo regno non ha dimora il linguaggio, nè la prudenza del pensiero, nè l’acquisire faticoso della riflessione, qua suona solo l’intonazione della passione, il gioco delle voglie, (…) qua si gode solo in un eterno tumulto. Di questo regno è il primogenito  Don Giovanni”

Kierkegaard

Maf

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