Un grande abbraccio a Calci e a tutta la Valgraziosa

Un incendio immane divora Calci e il monte pisano

CALCI –  Si chiama Valgraziosa il comprensorio entro la quale si trova il comune di Calci. Il nome racchiude in sé tante cose: storia, bellezza, sentimenti, passato e presente che si intrecciano e vanno a creare quella miscela speciale che fa di Calci uno dei comuni più amati della zona pisana. Tra le tante descrizioni del luogo ne abbiamo scelta una proprio dal sito della Valgraziosa: «Sul versante occidentale dei Monti Pisani si apre la “Valgraziosa”, un contesto ambientale unico, caratterizzato da boschi di castagni, macchia mediterranea e, più in basso, dai tipici ed antichi terrazzamenti olivati. Scorci caratteristici e borghi affascinanti, come Montemagno, Castelmaggiore e Villa». Nel momento in cui scriviamo (25 settembre) tutta la Valgraziosa è interessata da un incendio di dimensioni inaudite. 

Tuttomondo non tratta i fatti di cronaca, siamo una rivista culturale, ma il legame con il territorio è sempre stato una delle peculiarità della nostra rivista. Calci e la Valgraziosa sono un luogo del cuore anche per chi non vi abita, impossibile non avere legami affettivi con quel territorio e quel comune. Riteniamo inoltre che il paesaggio, la bellezza, e, la cura e la conservazione del patrimonio naturale e artistico di un luogo siano espressioni della cultura e della civiltà delle nostre società. 

La cronaca riporta bollettini spaventosi: circa 1000 ettari di bosco bruciati, 700 persone evacuate, attività economiche distrutte (ristoranti, aziende agricole, oliveti) squadre di pompieri che rischiano la vita a causa del fortissimo vento che da ieri sta imperversando su tutta la zona. Il Comune e l’amministrazione si sono e si stanno tutt’ora prodigando, già poco dopo la mezzanotte sono state aperte le porte del Palazzo comunale di Calci per ospitare le prime persone che scappavano dalle case, ma la situazione è grave e preoccupante.

Tanti sono gli articoli che abbiamo dedicato a Calci, alla Valgraziosa e al resto del territorio perché, pur essendo un comune dove l’ambiente, la natura e tutto ciò che vi è legato (escursioni, aziende agricole) la fanno da padrone, la cultura e l’arte sono altrettanto importanti, grazie alla presenza della Certosa di Pisa e del Convento di Nicosia e anche grazie alle molte attività che l’amministrazione e le associazioni del luogo promuovono.

Siamo convinti che il territorio e l’ambiente siano comunque parte integrante della cultura di un territorio e che, come ci ha insegnato Peppino Impastato, «bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore». È grazie ai piccoli comuni italiani, che lottano ogni giorno per cercare di preservare la loro identità, salvaguardando le proprie caratteristiche e tutta la biodiversità tipica di ogni zona italiana, che ci potremmo salvare dall’omologazione e dalla ripetitività del nuovo. Siamo indignati e amareggiati per questo attacco al territorio di Calci, della Valgraziosa e dei comuni limitrofi in cui l’incendio sta spostandosi a causa della direzione del vento, poiché una delle poche cose che al momento sappiamo è che l’origine dell’incendio è quasi certamente di natura dolosa. «Vietato abituarsi alla Bellezza» il titolo del video che abbiamo scelto, suona in questo momento come un urlo disperato, così come i tanti post che appaiano da stamani sui social.

 

Non vi auguro la morte. Sarebbe troppo facile e una liberazione per voi. Vi troveremo. Ogni albero, olivo, casa, vita distrutta ve la faremo ricostruire. A mani nude. Come stanno combattendo i nostri ragazzi e ragazze. Uomini e donne. Le lacrime di un paese stanno scorrendo per domare l’apocalisse. Le lacrime di un paese che diventeranno schiene dritte, mani forti, sguardi fieri e determinati per farlo risorgere dalla cenere in cui lo avete fatto sprofondare. Avete creato una ferita devastante sulla pelle e nella mente dei calcesani. Avete seminato paura, tristezza, morte. Morire in questo inferno non basterebbe per voi. Dovrete vivere per poter morire dentro ogni volta che ci guarderete rinascere.

Francesco Elter

Un incendio enorme sta bruciando la Val Graziosa, la Verruca, il Monte Serra e i Monti Pisani, hanno evacuato Calci, il paese dei miei nonni, le fiamme lambiscono la Certosa e mio padre dice che solo la linea frangifiamme che hanno costruito potrà forse fare da argine verso Vicopisano. sono triste, molto lontana, impotente e ho insieme al groppo alla gola la sensazione subdola di un attentato.

Luciana Rachele Gonnelli

Sta bruciando il monte. Sono a casa a Pisa, sola con il bimbo e non mi posso muovere. Le uniche notizie che ho arrivano da fb. Sono senza parole. Mi sembra dai post che il disastro sia immane. Da che parte sta scendendo l’incendio? Chi hanno evacuato?
Casa mia è il verde della valle. Posso andare ovunque nel mondo, ma so dov’è la mia casa. Avete distrutto la “casa” e il cuore di tante persone. Il mio e anche quello del mio bambino a cui non vedevo l’ora di far vedere il suo verde e che invece avrà davanti agli occhi quasi solo devastazione. Che la devastazione dell’anima vi circondi fuori e dentro e vi perseguiti per sempre.

Lavinia Baroni

Bruciati ettari dei monti pisani, evacuate più di cinquecento persone… incendio probabilmente doloso. Spero vi prendano, pezzi di merda. E spero che queste tragedie insegnino alle nuove generazioni quanto prezioso è quello che abbiamo, quanta cura e anni ci sono voluti per averlo. E quanto poco ci voglia per distruggere tutto.

Roan Jonhson

Avete distrutto tutto. Natura, animali, la storia di un territorio, un’economia di oliveti storici e vigneti, abitazioni colpite e vite di molti residenti rovinate …. E penso che qualcuno starà godendo per l’impresa della vita fatta come trofeo della propria esistenza. Ed il fumo ora è sulla Fipili e molte aziende chiudono anche ad Ospedaletto per l’aria irrespirabile. Il peggiore incendio che potesse capitare… già in autunno. Il fumo è arrivato anche a Cecina, si vede dal satellite e va verso il mare.

Andrea Maggini

Cronache da Pisa.
Stamani Il cielo sopra Calci e il Monte Serra, a pochi chilometri da Pisa, nuvola di fumo con bagliore infuocato.
Ieri sera da Pisa vedevamo la luna color arancio e l’odore del fumo era acre. Da ieri sera il monte brucia, incendiato da qualcuno che ha sfruttato il vento forte e secco che spirava, previsto dal servizio metereologico. E brucia ancora. Molti abitati alle pendici sono state evacuate, ma bruciano i giardini delle case, il bosco, gli animali, gli uliveti, che sostengono l’economia della zona. Due miei amici hanno perduto Suzel, la cavallina, e la capra, da poco con loro. Il fuoco lambisce insediamenti umani e monumenti come la Certosa di Calci, un gioiello architettonico che ospita il Museo di Storia Naturale. Perdonate il tono da ultimo giorno di Pompei, ma non ho mai assistito da vicino ad un incendio di queste proporzioni e la potenza dell’evento mi colpisce e mi tocca. Poi ci sarà da parlare delle responsabilità, ritardi, lo stato della prevenzione, che è uno dei fondamenti della condizione personale e della vita associata. 

Cristiana Ancisi

 
Ho vissuto a Calci 13 anni e poi a Noce, sono luoghi bellissimi, abitati da una comunità che li ama e li rispetta profondamente. Quello che è accaduto stanotte e ancora sta accadendo è terribile. Non ci sono parole per condannare lo scempio, la strage.
Donatella Diamanti
 
Ero in riunione per lavoro a Caprona, dopo aver ammirato di nuovo la Torre e l’illuminazione che la esalta, ed è successo ancora… il Monte Pisano incendiato. Nella notte nitida, il gran vento spazzava tutto e più su della Torre si sviluppavano le fiamme alte. Quando il vento è così forte, c’è quasi un corpo a corpo dei vigili del fuoco con le fiamme, sono soli, con i loro mezzi, la loro preparazione… a proteggere persone e abitazioni sempre pronti a dare il massimo. Volontari o professionisti, nessuna differenza. Vigili del fuoco dei nostri distaccamenti e dell’antincendio boschivo, persone straordinarie a vegliare su tutti e tutto. Penso a chi ha dovuto o dovrà lasciare la propria casa stanotte e a chi, a ogni livello, sta cercando di risolvere questa terribile situazione. Penso al Monte che è un bene inestimabile e che ancora viene ferito. Penso a cosa di bello andrà distrutto e dormire diventa un fatto lontano.
Simona Caroti
 
I nostri bellissimi boschi non ci sono più, non li rivedremo mai più, sono cancellati dalla faccia della terra. Per noi erano un pezzo di vita e un po’ casa. e speriamo che non succeda nulla di peggio, che nessuno perda la vita o l’abitazione. le attività economiche distrutte ci sono già, frutto di lavoro e sacrifici, magari di generazioni, come è per tutti. progetti di un’esistenza cessati in un attimo. alberi, piante, animali, ricordi. nessuna pena, se mai il colpevole sarà trovato, sanerà la ferita, per decenni e decenni. Tutto è polvere.
Martina di Colo
 
Da quando sono nata vedo questo splendido monte dalle finestre di casa. Da piccola, il mio bisnonno mi raccontava storie fantastiche sugli abitanti di quei monti e delle loro casette costruite nella “foresta”. Diceva che scavavano tra le rocce e portavano via le pietre, che finito il lavoro si ritrovavano tutti insieme a giocare a carte.. e che l’uomonero controllava tutto e tutti.
Stamani sta bruciando ogni cosa ed io vorrei che l’uomonero uscisse dalla sua casetta e facesse ordine, come sempre e come solo lui sa fare.
Ma non esiste l’uomonero, esistono solo gli uoministronzi e questo, forse, il mio bisnonno non voleva raccontarmelo.
Daila Gracci
 
Il mio grande, unico e meraviglioso luogo del cuore violentato, brutalizzato, distrutto. Il paese che mi ha visto nascere e crescere. I monti che mi hanno fatto sempre battere il cuore per i colori, gli odori e i cambiamenti delle stagioni. I monti di casa mia, la cui vista dalle finestre della mia casa pisana o dai finestrini del treno della mia vita di pendolare o dai finestrini di un aereo di ritorno dalle vacanze, mi ha sempre riempito il cuore di gioia e di sicurezza.
I miei monti, la cui sagoma saprei disegnare a occhi chiusi.
Uno strazio indicibile.
Silvia Meneghini
 
A Calci ho passato un anno intenso, bello, complesso, gratificante…fatto di incontri , di emozioni. Calci da allora, avevo 24 anni, mi è rimasta nel cuore, più volte ho pensato di stabilirmi con la famiglia là, ma per un motivo o per un’altro non è successo. Ci vado spesso ho tanti amici, mi piace l’atmosfera, mi piacciono i colori…ecco perchè oggi è davvero un giorno triste, un giorno pieno di rabbia…chi ha fatto tutto questo disastro non ha cuore, non ama le cose belle…mi fa pena e schifo al tempo stesso.
Mando il mio abbraccio più sincero a tutta la comunità che raccolgo nel nome di Massimiliano Ghimenti, un grande Sindaco e a tutte i miei amici che vivono nelle sue varie frazioni …W Calci!
Stefano Landucci
La redazione della rivista è solidale e vicina a tutti i comuni interessati da questo disastro, a tutti i loro abitanti, alle loro amministrazioni e al Sindaco di Calci Massimo Ghimenti che da ieri sera lavora a fianco di tutta la sua comunità, ai soccorritori,alla protezione civile e alle instancabili squadre dei VVFF. 
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