Cake: cucina, arte e solidarietà

Venerdì 24 aprile al Centro Espositivo Villa Pacchiani a S. Croce sull’Arno abbiamo partecipato alla presentazione di “Cakeun libro di arte e cucina“. Erano presenti: Mariangela Bucci, Assessore alle Politiche ed Istituzioni culturali di S. Croce sull’Arno – Ilaria Mariotti, Direttrice di Villa Pacchiani – Carlo Gazzarrini, Slow Food Condotta Zona del Cuoio – Manuela De Leonardis – gli artisti statunitensi Jack Sal e Susan Harbage Page.

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In realtà non si è trattato di una semplice presentazione di un libro ma di un incontro articolato che ha spaziato tra arte, cucina e solidarietà.

Copia di IMG_3069Come nasce “Cake”? Tutto inizia molto casualmente nel 2012 quando Manuela De Leonardis acquista per 50 pounds in un charity shop di Londra un vecchio quadernetto: dentro, ci sono ricette scritte a mano e, cosa curiosa, la maggior parte delle ricette ha nomi di donna. Alcune ricette sono scritte in francese, ma la maggior parte sono scritte in arabo, per un totale di oltre 60 ricette di dolci.

Manuela De Leonardis che è una storica e critica d’arte vede in questo quaderno un oggetto carico di storia, di conoscenza popolare quando questa ancora si tramandava con la scrittura manuale. Cercando e approfondendo Manuela accerta la provenienza mediorientale, per la precisione libanese, del quaderno da Lei acquistato e comincia a plasmare l’idea di “Cake – un libro di arte e cucina”.

Arte e food, certo, accomunati dalla manualità, dalla creatività ma anche dalle forme di socializzazione che arte e cucina portano con sè. Manuela De Leonardis contatta numerosi artisti e nasce Cake.  Diciannove artisti di varie nazionalità hanno collaborato a questo progetto, illustrando le ricette. Ognuno di loro ha declinato il cibo in chiave diversa, spesso metaforica.

Beatrice Catanzaro è una di queste artiste ed è grazie anche a Lei che si mette in moto un’altra parte del progetto, quella solidale, quella parte che riconduce il progetto laddove era iniziato: in Medioriente. Beatrice Catanzaro collabora, infatti, ad un progetto che coinvolge anche Slow Food, una Scuola di Cucina Palestinese, dove tante donne trasmettono la loro cultura e le loro tradizioni attraverso il cibo, così Cake diventa un progetto no-profit, il cui ricavato va a sostegno di Bait al Karama Women Centre.

Tutto è iniziato con un piccolo quaderno di ricette di dolci scritto da una donna libanese e tutto torna ad una scuola di cucina di donne palestinesi.

Così,  venerdi 24 aprile, Carlo Gazzarrini, rappresentante Slow Food zona del cuoio ci parla del primo progetto di Slow Food “Il sapere ed i sapori” e dell’attuale “Buono, pulito e giusto” e di come il progetto nata a Nablus (Palestina) si inserisca perfettamente all’interno della filosofia di Slow Food, poichè le donne di Nablus custodiscono ancora i saperi ed i sapori della loro martoriata terra e ci racconta anche di come il quaderno acquistato da Manuela De Leonardis sia oggi diventato il simbolo del progetto e del presidio Slow Food di Nablus e simbolo della nuova idea di imprenditoria femminile che il progetto porta avanti. Attraverso Slow Food le donne della Scuola di Cucina di Nablus sono state ricevute al Parlamento Europeo, sono state presenti ogni anno al Salone del Gusto avendo, così, la possibilità di portare la testimonianza e la voce della Palestina.

Carlo Gazzarrini spiega inoltre come nasce il presidio Slow Food dell’amaretto di Santa Croce e tutti noi dopo poco assaggeremo i dolci  delle ricette di Cake preparati con l’amaretto di Santa Croce.

Non prima però di assistere alla performance “The Red Spider Web/La ragnatela Rossa” di Susan Herbage Page. La Ragnatela Rossa è un’istallazione interattiva che vuole esplorare la forza delle donne e al tempo stesso la loro vulnerabilità.

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Milioni di donne hanno lavorato in cucina – ci dice Susan – preparando quotidianamente pietanze, dolci e torte per rimarcare occasioni speciali, quali compleanni, matrimoni, battesimi e festività religiose (…) Anch’io ho fatto il mio cake preferito, rendendomi conto mentre acquistavo gli ingredienti, li pesavo, li versavo, li tagliavo, li cuocevo e riassettavo la cucina di ripetere le stesse azioni, nello stesso ordine, di mia madre, di mia nonna e della mia bisnonna prima di me. La ricetta diventa non solo un modo di ricreare il dolce e le memorie involontarie che lo circondano, come il suo profumo, il suo aspetto, il suo sapore, bensì un copione da recitare” . Così Susan Herbage Page sviluppa davanti agli occhi dei presenti una ragnatela rossa, cucendo nei punti di intersezione dei fili, l’immagine degli amaretti.

La Ragnatela Rossa è un’evoluzione del lavoro precedente di Susan Herbage Page, è legata al lavoro delle donne e alla sua percezione sia nella famiglia che nella società.

Questo renderà visibile l’interconnessione tra le donne e le nostre identità – spiega Susan – sono tutte in costante divenire. Diventiamo quello che facciamo”

Copia di IMG_3050Si conclude così questa esperienza e questo pomeriggio iniziato ammirando lo splendido squarcio sulle rive dell’Arno che si gode dalla terrazza di Villa Pacchiani e concluso condividendo emozioni e sapori, arte e cucina, esperienza e solidarietà all’interno di un Centro Attività Espressive che, grazie alla visione acuta e innovativa della sua direzione, vuole uscire dai propri confini e contaminarsi con il territorio che lo circonda e con gli artisti che vi vivono.

Maf

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