Aspettando e parlando di Mefistofele

Sabato mattina l’ultima presentazione aperitivo della Stagione lirica
IN ATTESA DI ‘MEFISTOFELE’
A parlare dell’opera di Boito, appuntamento conclusivo cartellone, in scena il  18 e 20 marzo, saranno il Maestro direttore Francesco Pasqua letti e il regista Enrico Stinchelli; 
introdurrà e coordinerà l’incontro il direttore artistico Marcello Lippi 
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C’è molta attesa per il titolo conclusivo della Stagione Lirica, il Mefistofele di Arrigo Boito, opera titanica raramente messa in scena dai grandi Teatri, e ancor più raramente dai Teatri di Tradizione: basta pensare, del resto, che a Pisa l’ultima rappresentazione di quest’opera risale al lontanissimo 1972 e che prima di allora fu data solo cinque volte, per di più a distanza di molti anni l’una dall’altra (nel 1885, nel 1892, nel 1904, nel 1915 e nel 1939, quest’ultima con Tancredi Pasero nel ruolo protagonista). 
A Mefistofele, naturalmente, è dedicata anche l’ultima presentazione-aperitivo in programma: sabato mattina (5 marzo ore 11), come sempre nel Foyer del Teatro Verdi. A coordinare e introdurre l’incontro sarà il direttore artistico del teatro, M° Marcello Lippi. Interverranno il direttore e concertatore dell’opera, M° Francesco Pasqualetti, e il regista Enrico Stinchelli, che torna così a firmare un’opera per il Teatro pisano dopo il feliceOtello di tre anni fa. 
Una gestazione complessa, quella del Mefistofele, opera ispirata al Faust di Goethe e in parte anche al Faust di Marlowe. La prima versione andò in scena il 5 marzo 1868 alla Scala di Milano, preceduta da un grosso battage pubblicitario, preannunciata come manifesto della musica “dell’Avvenire” di wagneriana ispirazione e circondata da un clima di grandissima attesa da parte sia del pubblico che degli ambienti musicali e letterari. L’autore, del resto, era sì un giovane esordiente ma era già molto noto negli ambienti della Scapigliatura milanese. 
Quel Mefistofele fu però un fiasco clamoroso: per l’eccessiva lunghezza (oltre le cinque ore), per l’innesto di un dialogo in prosa, per alcune ricercatezze giudicate eccessive, per quello che molti lessero negativamente come sottotesto ideologico. 
Boito ritirò quindi la monumentale partitura e la riscrisse radicalmente, operando diversi tagli e rifacimenti e imprimendole un’impronta più lirico-sentimentale e più in sintonia con i gusti correnti. La nuova versione vide la luce a Bologna, il 4 ottobre 1875, città ben più progressista e wagneriana, ed ebbe un successo tale da portarla rapidamente ad affermarsi e ad entrare stabilmente nel repertorio dei maggiori teatri italiani e stranieri. 
Di questo e di molto altro ancora si parlerà nell’incontro di sabato mattina, certo un’occasione da non perdere per prepararsi ad assistere a questo rarissimo Mefistofele
L’ingresso è libero; alla fine, come sempre, aperitivo per tutti offerto dalla Fondazione Teatro di Pisa. 
Per maggiori informazioni tel 050941111 e Teatro di Pisa 
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