Arte e Cinema: gli illustratori

Gli illustratori dei poster cinematografici: dagli anni ‘50 agli anni ‘80

 

In concomitanza con l’edizione 2014 del Lucca Comics & Games, vorrei presentare sulle pagine di TuttoMondo un piccolo approfondimento riguardante i più importanti artisti, illustratori e pittori che tra gli anni ’50 e gli anni ‘80 hanno dedicato la propria carriera alla cartellonistica cinematografica.

Mi limiterò a brevi commenti su ogni artista e vi lascerò gustare, senza troppi giri di parole, le migliori opere di ogni illustratore tramite un link diretto.

Quante volte, solo per un’accattivante scelta visiva, coloristica o di soggetto, siamo stati trasportati entro mondi che ancora dovevano presentarsi davanti ai nostri occhi? Infatti l’arte della cartellonistica cinematografica ha la vincente caratteristica di tentare di instillare nello spettatore delle sensazioni visive che quest’ultimo spera di ritrovare nel film che andrà a vedere. Una tipologia di produzione artistica che potrebbe anche essere letta come l’arte del riporre fiducia in uno – sconosciuto – artista, il quale ci trasmette, grazie alla sua capacità di rielaborarli in uno spazio rettangolare, i momenti salienti del film su cui è chiamato a lavorare.

Copertina Definitiva

Reynold Brown (1917 – 1991) è stato uno dei più famosi pittori di manifesti cinematografici statunitensi. Il suo lavoro è ricordato oggi dai più per l’immensa mole di poster di film horror e di fantascienza, ma Brown ha illustrato anche manifesti di western e commedie. La capacità di gestire diversi registri pittorici la si può notare nei manifesti di Mondo senza fine (World Without End, Edward Bernds, 1956) e di La battaglia di Alamo (The Alamo, John Wayne, 1960): se il primo presenta dei tratti che avvicinano Brown ad una certa pittura cubo-futurista, il secondo è un vero e proprio saggio di pittura realista dall’afflato storico ed eroico. Notevolissimo anche il lavoro svolto per La casa dei fantasmi (House On Haunted Hill, William Castle, 1959), illustrazione che contiene al suo interno tutti i clichés dell’horror a venire, precorrendo i tempi verso l’orrifica ironia di Sam Raimi e soci.

Reynold Brown Photo

Link galleria immagini: https://www.flickr.com/photos/115062705@N05/sets/72157648999603455/

Robert McGinnis (1926): debuttare nel mondo della cartellonistica con Colazione da Tiffany (Breakfast At Tiffany’s, Blake Edwards, 1961) non è cosa di tutti i giorni. Robert McGinnis seppe cogliere la palla al balzo realizzando un’immagine nella quale si fondono eleganza di composizione, sinuosità del corpo della Hepburn e derivazioni decorative mutuate da Mondrian. Nel corso degli anni ’60 e ’70 è divenuto ancor più celebre illustrando quasi tutti i film dell’agente segreto James Bond; sfido chiunque a non rimanere affascinato dall’ensemble di corpi tra il pop e il pulp raffigurati nel manifesto di Si vive solo due volte (You Only Live Twice, Lewis Gilbert, 1967): un vero e proprio concentrato di elegante esotismo. Stupefacente è anche la composizione grafica realizzata per Vivi e lascia morire (Live And Let Die, Guy Hamilton, 1973).

Robert McGinnis Photo

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Boris Vallejo (1941): Vallejo è un disegnatore di origine cilena, ma statunitense d’adozione, famoso generalmente più nel mondo del fantasy che in quello dell’arte della cartellonistica cinematografica. Non è un caso quindi che larga parte della sua produzione sia dedicata ai cosiddetti film sword & sorcery. Tuttavia il suo debutto avvenne nel 1977 con il rifacimento del poster del film Barbarella (Barbarella, Roger Vadim, 1968): il manifesto originale era opera di McGinnis, il quale grazie ad un fondale nero riusciva a dare un tono sobrio ad un film che giocava la carta dell’anti-sobrietà. Vallejo riesce a cogliere questo aspetto e utilizza colori iper-accesi il suo lavoro, caricandolo di personaggi, mondi extraterrestri e creando una Jane Fonda quasi tangibile. La tangibilità dei personaggi e degli oggetti da lui creati è una delle caratteristiche presenti in tutta la sua opera, basti pensare alla motocicletta guidata da Ed Harris in Knightriders – i cavalieri (Knightriders, George A. Romero, 1981) o al bisonte gigante di Sfida a White Buffalo (The White Buffalo, J. Lee Thompson, 1977).

Photo Boris Vallejo

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Drew Struzan (1947): gli anni ’80 del cinema mainstream a stelle e strisce furono dominati dall’arte di Drew Struzan. La maggior parte dei successi della suddetta decade ebbero poster firmati da tale artista. Qualche titolo? La trilogia di Ritorno al futuro e quella di Indiana Jones, I Goonies, Scuola di Polizia, Blade Runner, Il nome della rosa, Rambo, Grosso guaio a Chinatown fino ad arrivare a lavori recenti come Il miglio verde, Harry Potter o Hellboy. Le sue caratteristiche principali sono l’iperrealismo dei volti e la patinatura delle immagini – potremmo dire flou – grazie al sapiente uso dell’aerografo e dei colori acrilici.

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Enzo Sciotti (1944): il primo italiano che tratterò è Enzo Sciotti, artista romano, sicuramente fra i più prolifici illustratori di cinema mai apparsi nel vecchio continente: il sito ufficiale parla di circa 3000 poster e copertine di VHS. I fan del cinema di genere (horror soprattutto) lo ricordano per le affascinanti immagini legate ai capolavori di Lucio Fulci (L’aldilà, Quella villa accanto al cimitero, Lo squartatore di New York) e Lamberto Bava (La casa con la scala nel buio e Demoni) o per le memorabili immagini create per La casa, La casa 2 e L’armata delle tenebre. Tuttavia Sciotti ha illustrato poster di film autoriali con eleganti immagini, come ad esempio Ballando ballando di Ettore Scola o Festa di laurea di Pupi Avati, oppure larga parte della commedia all’italiana illustrando i film più celebri di Nino Manfredi, Renato Pozzetto, Lino Banfi, Tomas Milian e molti altri.

Photo Enzo Sciotti

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Renato Casaro (1935): se Sciotti è da considerarsi come il re dei poster di film di genere, Renato Casaro è l’italiano che può vantare collaborazioni internazionali di altissimo livello, firmando poster per pellicole di autori come Sergio Leone, David Lynch, Milos Forman, Francis Ford Coppola, John Milius, Bernardo Bertolucci e molti altri. Debuttò alla fine degli anni ’50 disegnando un poster mono-cromatico per il film Due occhi azzurri, proseguì negli anni ’60 realizzando illustrazioni per film noir (La città del vizio) od horror (I vivi e i morti). In una lunga e completa intervista rilasciata al sito http://www.filmonpaper.com/blog/interview-renato-casaro/ , Casaro spiega che, alla metà degli anni ’60, ebbe la fortuna di incontrare il produttore Dino De Laurentis che gli darà la possibilità di illustrare i poster per i film Dune, Conan il barbaro, Flash Gordon. L’incontro con il produttore dette la possibilità all’artista trevigiano di accumulare nel corso degli anni un portfolio degno dei più grandi illustratori mondiali. La maggior parte dei suoi lavori sono dipinti con colori a guazzo e rifiniti nei piccoli particolari con precisi interventi di aerografo.

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Tomas Ticciati
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One comment to “Arte e Cinema: gli illustratori”
  1. Sapete chi ha creato l’illustrazione della locandina italiana di Terminator dove Schwarzenegger appare con metà volto robotico?

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