APPALOOSA – Recensione “Trance 44”

trance44
Tracklist:

1. Amigo Mio
2. Barabba (Lu Re)
3. Deltoid
4. Santour
5. Trance 44
6. Jerry
7. Lattanzi
8. Crycup
9. Polfer,
10. Where is the sonny?
11. Super drug Bust

Con Trance 44 gli Appaloosa, band Livornese attiva fin dal 1998, arrivano al loro quinto album in studio.
E’ un disco poliedrico dove continuano a suonare alla loro maniera, con i loro groove ossessivi di basso, incastrati magistralmente assieme alle batterie serrate sempre pronte a mutare il contorno.
Trance 44 viene registrato interamente dai due membri più anziani della band, in particolare da Niccolò Mazzantini.
La linea sonora di Trance 44 si lega all’ipnosi ed alla psichedelia, con canzoni basate su ritmi di batteria e basso ossessive, serrate e dinamiche, contornate da sintetizzatori e da campionamenti con influenze orientali alternate da passaggi più atmosferici.
Così gli stessi Appaloosa definiscono il loro ultimo lavoro.
La psichedelia è senza dubbio presente, a partire dalla intro dell’album “Amigo Mio”, quasi un preannuncio chill out a quella che sarà Barabba (Lu Re), secondo brano del disco, che entra subito con la cassa in quattro, il basso ossessivo e distorto con dei contorni percussivi tribali che spostano l’attenzione su quella che sarà la linea conduttrice del’album.
Il terzo brano è Deltoid, sicuramente il più ballabile ed istintivo, contornato da riff sulla minore armonica che impastano dopo il tribalismo anche con il medioriente il sound particolare della band.
“Trance 44”, il brano che da il titolo all’album, vede la collaborazione di Marina Mulopulos (Almamegretta), una delle voci più interessanti del pisano, che regala vocalizzi arabeggianti su una sezione ritmica sempre incalzante che ti obbliga a muovere.
Ma in questo disco, dove la ricerca di uno stato di Trance è molto forte si arriva addirittura al Trip Hop con il sesto brano “Jerry”, trip hop che fa un lieve ritorno anche se vagamente accennato con l’ultimo brano dell’album “Super drug Bust”.
“Lattanzi” e “Prolfer” ricordano invece i vecchi appaloosa, meno orientali e più quadrati.
E’ un disco che scorre, quadrato e maturo, concepito come un’unica traccia, di una band che oramai da 16 anni porta avanti la sua particolare ricerca sonora, che arriva forse con questo Trance 44 alla sua più compiuta maturazione. Ma Trance 44 è soprattutto un disco da sentire dal vivo, ed è infatti nella dimensione live che gli Appaloosa da sempre rendono al meglio la loro filosofia artistica, live energici e precisi, che ti spingono in trance, dove ne là batteria nè il basso sbagliano mai un colpo nelle loro ritmiche ossessive.

Voto: 4/5

Appaloosa – Deltoid (Official Video)

 

Bernardo Sommani

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